A.S.D. SOS 2012® - Lazio, Lombardia, Toscana, Marche, Puglia, Campania, Sicilia
+39 347 632 1594

Intrappolato nella propria auto sotto tre metri di neve!

Una storia che ha dell’incredibile
Nei nostri corsi di sopravvivenza impariamo che, MEDIAMENTE, si può sopravvivere fino a 21 giorni senza toccare cibo.
Ma ogni regola, come tutti sappiamo, ha delle eccezioni.

Oggi vi raccontiamo un’avventura che ha dell’incredibile. Corre l’anno 2012 e il protagonista è un artigiano quarantaquattrenne di nazionalità svedese di nome Peter Skylberg, riuscito a sopravvivere all’interno di un’automobile sommersa dalla neve per ben due mesi.
Mentre era in servizio, un poliziotto di nome Gunner Ek, si è accorto casualmente di un riflesso trasmesso dal sole, sullo specchietto dell’auto. Dopo giorni di intense nevicate, le temperature in leggero rialzo, erano riuscite a far sciogliere parte della neve adagiata sull’auto. Il poliziotto, sorpreso, si è avvicinato alla macchina e con una pala è riuscito a creare spazio vicino ad una delle due portiere. Una volta aperta l’auto, ecco la miracolosa scoperta.
Sul sedile posteriore, vi era sdraiato un uomo, che inizialmente, il poliziotto credeva morto, salvo poi una volta avvicinatosi, scoprire che respirava.
Peter Skylberg, ormai pelle ed ossa, era rinchiuso nella sua auto da ben due mesi. Era restato bloccato in una strada secondaria, all’interno di un bosco. L’uomo, una volta trasportato d’urgenza all’ospedale di Umea (Lapponia), ha raccontato di esser sopravvissuto, ingerendo soltanto la neve, che riusciva a raggiungere da una fessura di un finestrino.

Oltre ad un giornale (la cui data, corrispondeva al 19 Dicembre, giorno in cui l’uomo era rimasto bloccato), all’interno della sua auto, sono stati rinvenuti alcuni bicchieri sporchi da residui di caffè e coca cola. Oltre a questi, un paio di carte di caramelle e per finire un sacco a pelo, strumento grazie al quale Peter Skylberg, è riuscito a non morire assiderato.

Come ha potuto sopravvivere in quelle condizioni?

I medici, dopo averlo messo in salvo nutrendolo attraverso delle flebo, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni sullo stato di salute generale del paziente. Ad oggi non si sa se quest’avventura abbia lasciato degli strascichi psico-fisici nel corpo del povero Peter o meno.

Nessuno dei familiari dell’uomo, aveva denunciato la sua scomparsa alla polizia, in quanto Peter, aveva chiuso ogni legame di parentela circa 25 anni prima. L’unica che avrebbe potuto far cenno della sua scomparsa, è la donna che Peter Skylberg chiamò il 18 Dicembre, comunicandole che avrebbe trascorso con lei le festività natalizie ormai prossime. Ma nulla fu segnalato nemmeno da quest’ultima. Si presuppone che l’uomo nel bel mezzo di una bufera, abbia perso l’orientamento, andando a finire con la propria auto in una strada secondaria all’interno del bosco e che sia rimasto sepolto dopo poco tempo da circa tre metri di neve.

Fatto realmente accaduto o totalmente inventato?
Il caso che vi abbiamo appena raccontato, fu oggetto di forte discussione all’interno di tutto il territorio svedese. A studiare attentamente il caso, sono stati chiamati addirittura alcuni soldati dell’esercito, esperti di sopravvivenza in climi artici.
I pareri dei vari esperti furono abbastanza discordanti.
Il dottor Johan von Schreeb, sostiene che è umanamente impossibile, sopravvivere per oltre 50 giorni, ingerendo solo della neve, in quanto quest’ultima non contiene nessuna sostanza indispensabile al nutrimento di un individuo. Di differente parere è invece, il primario del policlinico di Umea, il dottor Ulf Segerberg, il quale sostiene che il signor Peter Skylberg sia sopravvissuto per oltre due mesi senza cibarsi, grazie alle riserve di grasso che l’organismo aveva deciso di consumare in quel lasso di tempo.
Il fatto che l’uomo sia riuscito a non morire assiderato, i militari hanno spiegato che ciò è stato possibile, grazie al sacco a pelo che è stato rinvenuto all’interno dell’auto. Peter Skylberg, è riuscito a sopravvivere a temperature estreme di -35 gradi, anche grazie all’enorme strato di neve che ricopriva la sua auto, quest’ultima infatti è riuscita ad isolare l’interno della macchina, dal freddo gelido che proveniva da fuori.

Ora la domanda sorge spontanea. Ai vostri occhi, la storia che vi abbiamo appena raccontato, appare vera o totalemte inventata?

Scroll to top