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Mese: Novembre 2019

Cos’è la Sopravvivenza?

Definizione:
-Condizione di chi continua a vivere.
-Corso di addestramento che insegna a sopravvivere con pochi mezzi in circostanze pericolose.

L’attività di sopravvivenza è praticata anche a fini sportivi e turistici. Esistono scuole e corsi di sopravvivenza che insegnano a cavarsela in situazioni sfavorevoli contando solamente sulle proprie forze.

Anche se le possibilità, che all’improvviso una persona si ritrovi catapultata in una situazione sfavorevole in ambiente ostile, siano piuttosto remote è sempre utile imparare e sapere le tecniche di sopravvivenza.

Perché imparare le regole della sopravvivenza?

  • Per imparare a conoscere noi stessi.
  • Per avere più fiducia nelle nostre abilità.
  • Per vedere al vita moderna con occhi diversi.
  • Per imparare cose nuove.
  • Per trovarci a nostro agio con la natura.
  • Per poter prevedere i pericoli.
  • Per sapere cosa fare in qualsiasi situazione ambientale e climatica.
  • Per sapere fin dove ci si può spingere con il proprio corpo e con la propria mente.
  • Per superare le proprie paure e le proprie preoccupazioni.

La scuola di sopravvivenza vi insegnerà come sopravvivere al caldo, al freddo, al dolore, alla fatica, alla sete, alla fame, alla paura, alla solitudine e alla frustrazione.

Andare in montagna per sciare, per fare un escursione, per cacciare funghi o animali; andare in mare per una gita in barca o una crociera, fare una traversata del deserto con la gip, andare in campeggio in un paese straniero, andare in vacanza o a visitare posti remoti, avventurarsi in gruppo in una foresta pluviale, nella savana, partire per una spedizione ai poli o in altri ambienti estremi; possono essere situazioni in cui può essere necessario, o diventare indispensabile, conoscere almeno le regole e le tecniche basilari della sopravvivenza: come trovare acqua, come trovare cibo (di quali animali e piante potersi cibare) come costruire una trappola per catturare una preda, come costruire un riparo, come accendere un fuoco, come orientarsi, come chiedere aiuto, cosa portarsi dietro in ogni frangente (attrezzatura e vestiario), come affrontare le condizioni ambientali e climatiche del luogo, come sfruttare a nostro favore l’ambiente che ci circonda…

E’ sempre consigliabile anche per chi vive in città, e non si avventura al di fuori del proprio paese, conoscere le norme di primo soccorso.

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Un semplice KIT SURVIVAL

Saro’ rapido ma colpiro’ dritto al punto, crearsi un kit Survival, oggigiorno, da avere sempre in auto, magari sotto al sedile o in moto, e’ spesso di grande aiuto, non solo “pratico” ma anche mentale.
Tenere allenata la mente e’ gran cosa, poiche’, se vi creerete un Survival KiT per voi stessi o per altri, vedrete che ripenserete spesso a cio’ che avete inserito all’interno. Questo vi indurra’ a “pensare” spesso all’oggettistica Survival, quindi in caso di pericolo estremo sapreste ricrearvelo nel bosco anche se non l’avrete preso con voi…

SURVIVAL KIT Essenziale:

Per un SurvivaL Kit decente dovrete non badare a spese, nel senso che EVITATE di andare in qualche discount per comprare le forbicine ad esempio e spendeteci invece soldi per infilarne un paio di ottima fattura nel kit. Cosa vuol dire?.. Cio’ significa che non dovrete mai , e dico mai.. sottovalutare la qualita’ in caso di bisogno. Ricordatevi che se ce ne fosse la necessita’, non resisterete ad una forbicina che si arrugginisce o si rompe.. i nervi vi salterebbero, e per cosa? per aver magari risparmiato qualche euro. NO le cose se fatte, vanno fatte per bene. Stiamo parlando di SURVIVAL non di una gita domenicale tra i boschi.

Nutrirsi nel bosco: l’Ortica

URTICA DIOICA (urticacee)

Nomi volgari: ortica

Habitat: comunissima dovunque fino a 2400 mt s.l.m. ma soprattutto lungo i cigli delle strade, tra le macerie e ai margini dei boschi. Preferisce luoghi ombrosi e fertili.

Riconoscimento: è una pianta erbacea alta fino a 1,5 m con fusto eretto a sezione quadrangolare. Le foglie sono opposte, a forma di cuore, con margine dentato. La pianta è tutta ricoperta da peli allargati alla base dove è contenuto un acido urticante. Al minimo urto la sensibilissima e fragilissima punta si spezza diventando estremamente tagliente così da penetrare nella pelle (se non punge non è ortica).

Durante tutta l’estate forma piccoli fiori giallo-verdastri all’ascella delle foglie raccolti in spighe. I frutti sono costituiti da semi ricoperti da un guscio marrone con un ciuffo di peli all’apice.

Di solito la si trova in gruppi di piante abbastanza numerosi.

Raccolta: il periodo ideale per la raccolta è la primavera ma in pratica si può raccogliere da febbraio-marzo quando compaiono i primi germogli fino ad ottobre-novembre quando il freddo la fa morire. Si raccoglie tutta la pianta tagliandola a 10 cm da terra. Quando ormai è fiorita si possono raccogliere le singole foglie. Quando si taglia la pianta alla base questa emette nuovi germogli e dopo un po’ di tempo è possibile raccogliere di nuovo. Può anche essere essiccata per utilizzarla in seguito ma ce ne è talmente tanta in giro che potrebbe essere una fatica inutile.

Proprietà: è ricca di clorofilla, vitamine A, C e K e sali minerali, specialmente di ferro, fosforo, magnesio, calcio e silicio.

Impiego: è una delle piante selvatiche più conosciute ed utilizzate ed ha un sapore superiore a quello delle verdure usate comunemente. I giovani germogli o le foglie sono impiegati, dopo cottura, per preparare frittate, sformati e risotti; è ottima anche bollita e condita con olio e limone o semplicemente nei boschi con un pizzico di sale. Può essere mangiata anche cruda ma attenzione ai peli urticanti. E’ un ottima dieta in casi estremi e di sopravvivenza.
Con le foglie secche si può fare un buon infuso remineralizzante.
Per uso cosmetico se ne fanno lozioni, impacchi e sciacqui per la cura delle pelli seborroiche, contro la forfora e la caduta dei capelli.
Lasciata macerare per una ventina di giorni costituisce un ottimo antiparassitario e remineralizzante per le piante dell’orto.

Avvertenze: non mangiare i semi. Va raccolta con i guanti o protezione per le mani a causa delle sostanze urticanti contenute nei peli che ricoprono fusto e foglie.

Sopravvivenza: Tutti i metodi per accendere un fuoco in qualsiasi luogo o situazione

In una situazione di sopravvivenza avere un qualsiasi strumento per accendere un fuoco ci faciliterà sicuramente la vita.

 

Possiamo scegliere se portare un semplice accendino o una scatola di fiammiferi meglio se antiumidità e antivento.

 

Se i fiammiferi sono bagnati un modo per liberarli dall’umidità consiste nel passarli tra i capelli, ovviamente se i fiammiferi che avete sono impermeabili non ci sarà bisogno di asciugarli.

 

Possiamo rendere impermeabili dei normali fiammiferi immergendoli nello smalto per le unghie o nella paraffina liquida.
Un’altro metodo per rendere un fiammifero impermeabile è ricoprirlo con la cera di una candela.

 

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Costruzione di un rifugio di emergenza

Saro’ molto diretto e schematizzato per far capire in poche parole come creare un rifugio d’emergenza in una zona boschiva a circa 1500m in pieno autunno a circa 18° giornalieri al sole..
Di RIFUGI se ne possono fare moltissimi, ma pochi realmente potrebbero reggere una bufera di neve o un’acquazzone da bosco… questo tipo di rifugi che vi riporto sono tra i migliori provati nei corsi Military Survival Extreme.


ZONA d’accampamento e Bonifica Territoriale:

-Scegliere una zona lontano dai torrenti, con alberi intorno e sopra vento.
(lontano dall’acqua causa straripamento invernale dei fiumiciattoli montani, con alberi per evitare smottamenti notturni in caso di pioggia e sopra vent, per evitare che facciate incontri “improvvisi” e ravvicinati magari con un grosso cinghiale maschio  di 150 kg all’altezza del vostra viso, lui come gli altri animali sentono il vostro odore.)

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La Bussola fai da te e l’Orientamento

Ci sono situazioni il quale non e’ assolutamente facile “tenere” i nervi saldi e prendere lo zaino tattico da casa. Ci sono anche altre situazioni, dove magari siamo “persi” in qualche zona difficilmente accessibile da altri umani, oppure a poco piu’ di qualche ora di cammino, ma proprio in quel giorno non avete portato con voi la Bussola e cio’ che avete a disposizione e’ solamente “un bel niente”.

Avete magari il vostro beneamato cellulare che in mezzo ai boschi ed alle montagne neppure prende linea…… Avete poi il vostro caro orologio digitale quindi non a lancette, che vostra madre vi regalo’ per la cresima…. Per parlar chiari.. siete in un bel casino, e le cose in cui avete creduto fino a poco tempo fa non vi aiuteranno a venirne fuori………………… o si………?…

Frugate nel vostro portafogli, e non trovate niente altro che una grappetta che teneva due foglioletti e dei numeri di telefono.. Cercate meglio in tasca e avete qualche euro e le ghiavi dell’auto…. Peccato che questa se non pensate alla svelta potrebbe essere la vostra tomba, perche’ e’ magari autunno e la notte fa molto freddo… e voi siete soltanto a un giorno di cammino da un area di servizio…. ma non sapete come e dove siete… perche’ vi ricordate in parte della zona, ma qua nel bosco sembra tutto uguale e cercare tipo il NORD , e’ un impresa epica……….

OPERIAMO DUNQUE COSI’:

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Survival: Nutrirsi nel bosco

Cibarsi nel bosco o in qualsiasi Giungla non e’ per niente facile di primo approccio.
Se non si conoscono le regole basilari si puo’ morire di fame e di inedia.
Per un Survivor, come, quando e specialmente “dove” mangiare non e’ cosa semplice, ma tutti se impratichiti ci possono riuscire.


Il bosco dà molte risorse, molte piu’ di quanto vi aspettate, basta saper “carpire” l’ordine delle cose; voi direte “che centra l’ordine?”…Certamente, “L’ordine” vi rispondo io, poiche’ il “pensare” e’ dettato dall’intelligenza… quest’ultima sara’ predominante nella vostra riuscita di vita o morte.

 

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Trovare Acqua in Sopravvivenza – Parte Terza

Come trovare acqua in situazioni di sopravvivenza
parte 3
Riprendiamo il nostro discorso, riguardante la ricerca e la raccolta di acqua in ambienti isolati ed ostili, mostrando delle nuove tecniche sull’argomento. Vi invitiamo a dare una lettura alle due lezioni precedenti “Come procurarsi acqua 1” e “Come procurarsi acqua 2” che trovate nel sommario a inizio pagina.

Una tecnica molto efficace per procurarsi acqua potabile è il metodo della DISTILLAZIONE.

La fig.1 mostra un ottimo sistema per ottenere acqua. Scaviamo una buca di 90 cm di diametro e 60 cm di profondità. Sistemiamo al centro della buca un contenitore di raccolta. Copriamo la buca con un telo di plastica fissandolo al suolo con dei sassi e del terreno. Mettete una pietra al centro del telo sulla verticale del contenitore posto in fondo alla buca. A questo punto attendiamo alcune ore in modo che il sole (tre o quattro ore sono già sufficienti per vedere i risultati) riscaldi la temperatura dell’aria e della terra all’interno della buca fino a produrre vapore. L’acqua si condenserà sulla parte inferiore del telo e, grazie alla pietra che grava al centro del telo, goccerà nel contenitore sottostante.

Per distillare acqua contaminata o acqua marina possiamo anche scavare un fosso profondo 25 cm a poca distanza dal precedente fosso con il contenitore e coperto dal telo. Versateci dentro l’acqua da purificare. Il terreno purifica l’acqua che filtra verso il fondo della buca vicina utilizzata per la distillazione.
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Realizzare il kit di Sopravvivenza

Quanto riportato in questo articolo è frutto di riflessioni, studio ed esperienze personali sul campo e teoriche. Un buon kit di sopravvivenza deve evolversi nel tempo, tenendo conto, di volta in volta, di ciò che riteniamo inutile o necessario. Questa evoluzione può avvenire solo con l’esperienza pratica. Prendete queste indicazioni come un’idea di massima, e in base alle vostre specifiche esigenze procedete a personalizzarlo.

La cosa FONDAMENTALE da tenere sempre a mente sono le Priorità.

Qui vengono indicati strumenti che richiedono una certa confidenza. Un conto è avere un telo, un altro è saper costruire un riparo di fortuna, e soprattutto saper individuale il posto corretto in cui costruirlo, in base ai venti, al calore, alla protezione, alla presenza di pericoli come rocce che possono cadere o acqua che può arrivare improvvisamente… Questi sono strumenti, ma le tecniche per utilizzarli correttamente non sono descritte qui. Andranno imparate prima con una base teorica, e poi naturalmente provando. Non occorre essere dispersi per dormire una notte in un riparo di fortuna. Si può fare anche a fini didattici, ed è inoltre divertente.

Introduzione
Un kit di sopravvivenza è un insieme di strumenti atti a garantire, in situazioni limite, almeno alcuni standard minimi vitali. Al suo interno andranno messe quindi anche tutte quelle cose che riteniamo utili per affrontare situazioni che, normalmente, non si verificano. All’interno dello stesso metteremo anche cose di normale utilizzo e questo ci permetterà di avere uno kit utile sia nella normalità che nell’eccezionalità e di essere sempre pronti ad ogni eventualità. Il kit dovrà essere sempre con noi, sia
durante escursioni di più giorni in zone isolate che nella tranquilla passeggiata domenicale nel boschetto vicino a casa o in situazioni postcatastrofiche. Questo implica necessariamente una buona trasportabilità del kit stesso, sia come dimensioni che come comodità. Non deve creare impacci, soprattutto se indossiamo anche uno zaino per trasportare altro materiale.

Cosa mettere nel kit dipende dalle situazioni che possiamo incontrare. Ogni kit dovrà essere adeguato al luogo e al clima tipico della zona in cui sarà utilizzato, non deve contenere strumenti inutili, e tanto meno non deve escludere niente di quanto ci potrebbe servire. Credo sia importante, quindi, prima di iniziare a raccogliere oggetti da inserire, valutare il dove, il come e il quando effettuiamo le nostre uscite, prestando particolare attenzione al clima e all’acqua. Infatti grazie al grande lavoro svolto nel sito www.housegate.net (che ringraziamo) in questo documento si parlerà di escursioni in zone montuose delle Prealpi Venete (vi assicuro molto ostiche e impervie), tra i 900 e i 2.300 metri s.l.m. , con poca o nulla presenza di acqua potabile, vegetazione che arriva a circa 1.500 metri, sopra i quali si trovano solo pascolo e roccia, clima sempre sotto i 25° C, con punte, in inverno, di –20°C e comunque, anche in agosto, con possibilità di temperature prossime allo 0, con violenti ed improvvisi temporali e grandinate, discreta presenza di vipere comuni, passaggi a volte impegnativi specialmente con pioggia o neve, discreta presenza di piccola selvaggina e volatili che però sono estremamente sospettosi. Inoltre abbiamo inserito spunti e tecniche utilizzati da me e Leonida nelle nostre uscite e nelle nostre esperienze.

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Le regole della sopravvivenza

Regole di base per la Sopravvivenza
La sopravvivenza é il sapersi adattare ad ogni luogo e in qualsiasi situazione: il saper vivere senza comodità e con delle difficoltà da superare. L’avventura é la sopravvivenza volontaria: un’impresa più o meno pericolosa che attrae con il fascino del rischio che comporta. E’ avventura anche una gita in montagna, ma servirà una maggiore conoscenza delle tecniche se decidiamo di non portare la tenda o di non portare i panini e mangiare erbe, radici o piccoli animali.

 

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