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Sopravvivenza: la costruzione di un badile, una vanga o una pala

 

A cosa può servire una pala

 

Avere a propria disposizione un utensile come un badile o una vanga può in più modi  facilitare la sopravvivenza in condizioni ostili (non è un segreto che scavare a mani nude una fossa più profonda di 60cm sia decisamente arduo); le evenienze più comuni, sono quelle che ci vedono costretti a: ricavare canali di scolo, trappole, dissotterrare/nascondere oggetti o ancora ammucchiare rapidamente del materiale (ghiaia, sabbia, neve, ecc.).

 

In questa spiegazione cercheremo un modo efficace per mettere insieme un badile, una vanga e/o una pala di fortuna. Prima di iniziare è tuttavia importante dire due cose: la prima è che la durata dell’attrezzo che andiamo ad “assemblare” sarà molto ridotta, la seconda che la sua longevità sarà fortemente influenzata dai materiali, dalla cura con cui lo fabbricheremo e soprattutto dal terreno in cui lo impiegheremo.

 

I materiali per mettere insieme la pala

 

Scegliamo bene cosa usare in relazione a ciò che abbiamo a nostra disposizione e progettiamo il nostro utensile di conseguenza:

 

  • Strumenti utili – Non dobbiamo farci mancare una “lama” per tagliare (di roccia o metallo – come costruire un coltello), una pietra per levigare e una per piallare.
  • Il manico – Per il manico occorre trovare un legno spesso, lungo, asciutto, non fessurato e robusto; in assenza di legno è possibile impiegare del materiale plastico rigido (pieno) o del metallo (meglio se cavo); per quanto riguarda le dimensioni, nel caso specifico, l’ideale sarebbe da un minimo di 15cm di diametro fino ad un massimo di 20cm per una lunghezza minima di 85cm fino a circa 130cm. La sezione, quadrata, rettangolare o rotonda non è rilevante.
  • La pala – Per questa componente possiamo optare per i seguenti materiali (in ordine di efficacia): metallo (per scavare terra mista a pietra), pietra (per scavare terra), legno (per fango) o plastica molto resistente (per sabbia, neve o spostamento oggetti). In quanto a misure dobbiamo stare entro questi parametri: da un minimo di 20cm ad un massimo di 30cm di larghezza e da un massimo di 35cm ad un minimo di 20cm di lunghezza; per quanto concerne lo spessore, se non abbiamo metallo, è consigliabile non scendere sotto i 2-2,5cm e non salire sopra i 4-4,5cm.
  • La corda – Abbiamo bisogno di parecchia corda del diametro di circa 2-3cm per una lunghezza di 5-6m (in ogni caso meglio abbondare dato che dovremo certamente apportare modifiche o sostituzioni). Per la costruzione della corda rimandiamo al tutorial come costruire una corda.

 

Come costruire la pala

 

Premesso che difficilmente otterremo una pala con cui sarà “confortevole” lavorare, ecco le indicazioni di assemblaggio delle parti (in figura 1 possiamo vederne un esempio):

 

  • Lavorare il bastone – Aiutandoci con una roccia cerchiamo di ottenere un “manico” liscio, regolare, levigato e privo di schegge; fatto questo occorre individuarne l’estremità con il diametro maggiore e praticarvi, esattamente a metà, un leggero incavo nel quale cercheremo di incastrare la pala (fig.1A).
  • La forma della pala – A seconda del lavoro che dobbiamo portare a termine esistono più forme utili (es. per la neve una forma più rettangolare, per un terreno più impervio una più triangolare) ma la “via di mezzo” descritta in figura 1 è senza dubbio la più versatile. Nel delimitare questa componente cerchiamo di lasciare anche un’area sagomata “ad incastro” come descritto in figura 1A in verde (che va poi a combaciare con l’incastro del manico).
  • La superficie della pala – Prima di collegare manico e pala, se questa ha spessore e resistenza sufficiente, è possibile levigarne la superficie creando un leggero incavo (come se fosse un cucchiaio) e “affilarla” fino a ricavare una specie di di filo nella parte inferiore; apportando queste migliorie renderemo l’atto dello scavare notevolmente più agevole.
  • I buchi – I fori di figura 1 vanno praticati affinchè la corda possa passarvi attraverso e fissare la due parti; nel ricavarli ricordiamo sempre e comunque di definirli in zone intermedie (mai vicino ai bordi), che devono essere molto piccoli e assolutamente ben levigati all’interno (onde evitare un’usura esponenzialmente superiore della corda).
  • Collegare pala e bastone – Il punto nevralgico dello strumento è quello che collega il manico alla pala, come descritto in figura 1 dobbiamo creare una struttura solida e stabile: facciamo passare simmetricamente i due estremi della cordicella attraverso tutti i buchi alternando via via a incroci di cordicelle diagonali passaggi orizzontali e a passaggi orizzontali altrettanti obliqui. Non ci sono regole fisse, tutto sta nel peso della pala e nello spessore/resistenza della corda, l’unica certezza è che la tensione deve essere massima.
  • L’impugnatura – Dato l’ampio diametro che abbiamo calcolato possiamo permetterci di levigare e/o assottigliare i punti in cui la impugneremo e, in secondo luogo, di avvolgerla con degli stracci o con della corda più morbida; il fatto di curare un’impugnatura “ergonomica” può fare la differenza tra conservare le proprie mani intatte per tutto il tempo dello scavo oppure no.
  • Rifiniture – Una volta ultimato il lavoro è possibile cospargere di materiale “colloso” non tossico o nutriente (es. della resina) l’area di congiunzione tra manico, corda e pala. Se poi l’utensile risulta corto è possibile applicare all’estremità opposta alla pala una seconda impugnatura perpendicolare (magari un legnetto fissato saldamente con una cordicella, in stile vanga militare).

 

Per concludere, prima di impiegare il nostro attrezzo testiamone la resistenza; fatto questo cerchiamo di non sottoporlo a sforzi oltre il necessario e al di fuori della su portata (evitiamo ad esempio di utilizzare la pala come se fosse un’accetta).

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