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Neolitic Fire Day Stage 2023

Prossimo Corso:

5 Marzo 2023
Costo: 90€
Durata: 1 Giorni
Difficoltà: -
Luogo: Centro Archeologia Sperimentale, Località Le Fornaci - Civitella Cesi (VT)

Per informazioni e prenotazioni puoi scriverci su whatsapp al 3476321594 oppure tramite e-mail a info@sos2012.it

Scopi e Finalità

Una giornata completamente dedicata alla sacra arte dell’accensione del fuoco.
In antichità chi possedeva e sapeva utilizzare quest’arte era chiamato MAGOS, COLUI CHE CREAVA LA FIAMMA che dona vita, calore, luce e permetteva di assaporare il cibi in modi diversi permettendo un’evoluzione antropologica e sociale tramandata fino ai giorni nostri.
Lo scopo di questo Stage è quello di approfondire le tecniche già acquisite e impararne altre per ampliare il proprio bagaglio tecnico-professionale nell’ambito della disciplina del Surviving e Bushcraft.
Passando dal Neolitico e Paleolitico, fino ad arrivare alle tecniche e agli attrezzi più moderni, percorreremo LA STRADA DEL FUOCO attraverso questo Stage Formativo teorico-pratico.
Verrà fornito a tutti i partecipanti materiale didattico e pratico per lo svolgimento delle attività.
Alla fine dello stage verrà rilasciato un Attestato di Partecipazione e una dispensa sulle tecniche acquisite.
 
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Struttura del Corso

Introduzione 

Visita capanna Neolitica, introduzione alle tecniche e ai materiali preistorici.

Visita della riproduzione della capanna Neolitica, basata sui ritrovamenti del villaggio La Marmotta. La capanna, suddivisa in ambienti diversi, permetterà di dare una visione d’insieme di quelle che sono le varie tecniche utilizzate, in relazione ai materiali che verranno successivamente rivisti e manipolati durante lo svolgimento delle attività. Si tratteranno argomenti riguardanti la litica, l’agricoltura, la tessitura, l’allevamento, la pesca e la caccia e verranno mostrati gli strumenti dedicati a queste attività.

 

Lezione sull’ accensione del fuoco con metodo preistorico ed excursus dalla pirite fino all’accendino

Si parlerà delle origini delle tecniche di accensione del fuoco, dai primi utilizzi ritrovati fino alle prove di accensione certe. Verrà mostrato come Otzi, l’uomo dei ghiacci, accendeva il fuoco utilizzando la pirite. I partecipanti testeranno la creazione di scintille per percussione con selce e pirite. Verranno mostrati materiali e tecniche che saranno propedeutiche per le attività successive.

 

Accensione con acciarino e selce e creazione esche carbonizzate

Spiegazione dell’acciarino e il suo utilizzo dall’età del ferro e le varie esche utilizzate nel susseguirsi delle ere. I partecipanti proveranno prima l’accensione della sola esca carbonizzata con la tecnica della selce e dell’acciarino, per poi accendere un piccolo fuoco per la creazione dell’esca stessa e testarla nuovamente, accendendo un nido.

 

Accensione del fuoco con metodi moderni alternativi

Si parlerà di come i metodi di accensione antichi hanno influenzato le tecniche moderne come i fiammiferi antitornado, e verranno illustrate alcune tecniche alternative. Verrà presentata la tecnica dei feathersticks, i partecipanti dovranno creare dei feathersticks e accenderli utilizzando sia il ferrocerio, sia selce e acciarino con esca carbonizzata creata il giorno prima. Successivamente verranno mostrate tecniche di accensione alternative e di emergenza utilizzando materiali comunemente portati negli zaini da escursione come batterie, gomme da masticare, spugnette abrasive.

 

CONCUSIONI E CONSIDERAZIONI

Docente del Corso

ISTRUTTORI: Barone Vincenzo Moreno “Wolfman” Istruttore Esperto Advanced FISSS e lo Staff del Centro di Archeologia Sperimentale Antiquitates di Civitella Cesi (VT)

Il Fuoco...

Quando iniziò l’uomo a controllare il fuoco? Quando riuscì a provocare le prime scintille mediante l’utilizzo dei suoi arnesi? Si dice sia stato l’utensile a determinare la crescita intellettuale dell’ominide, a fare di lui ciò che siamo oggi. Se ciò è vero, lo fu soprattutto perché gli permise di accendere il primo fuoco. Questa fu la scoperta umana esclusiva, il passo che gli altri esseri viventi non furono in grado di fare. Il momento essenziale che rivoluzionò la sua esistenza. Senza la padronanza del fuoco l’evoluzione umana non sarebbe stata quella che fu. Il fuoco ha fornito l’input decisivo, l’ha accelerata, plasmata. Era un elemento essenziale per proteggersi dagli animali feroci, riscaldarsi durante il grande freddo, cuocere gli alimenti, far luce nella notte, dissodare il terreno favorendo la caccia. Era la componente essenziale del „pacchetto culturale“ dell’Homo erectus: fuoco, abitazione e vestiario.
La parola e il fuoco vanno di pari passo. Sono due conquiste strettamente legate allo sviluppo del cervello. Se la facoltà di usare un linguaggio permise all’uomo di comunicare con i suoi simili organizzandosi meglio all’interno di un gruppo, pianificando per il futuro e trasmettendo le sue esperienze al clan, il fuoco gli diede modo di cuocere il cibo che diveniva più digeribile e gli forniva così una maggiore quantità di calorie ed energia. Lo sviluppo di un linguaggio complesso al di là della semplice articolazione di qualche parola e la fruizione di una maggiore riserva di energia grazie all’uso del fuoco e alla cottura degli alimenti, questi due strumenti di importanza vitale portarono ad un migliore funzionamento e ad una rapida evoluzione del cervello umano.
C’è un elemento studiato da Richard Wrangham: alcuni vegetali sono commestibili soltanto dopo essere stati sottoposti a cottura. Questo processo è in grado di rendere digeribili tutte le parti delle piante e di eliminare eventuali batteri o parassiti. E sappiamo bene che l’Homo erectus non mangiava soltanto carne, anzi gran parte della sua dieta si basava su alimenti vegetali. Il fuoco rendeva digeribili gli alimenti, eliminava i batteri e inoltre rendeva possibile la conservazione a lungo termine di carne o pesce tramite il procedimento dell’affumicatura, una tecnica che già l’Homo erectus sembra aver padroneggiato.
I reperti più antichi con tracce di combustione indotta risalgono a un milione di anni fa e vengono dall’Africa. Il Continente nero, la culla dell’Homo sapiens e non solo, dell’intera specie umana. Sono stati individuati nella Grotta di Wonderwerk (Sudafrica) a 45 chilometri dalle Kuruman Hills. Nel giacimento si sono recuperati diversi orizzonti del Paleolitico inferiore, medio e superiore, utensili litici (amigdale) che suggeriscono un periodo estremamente lungo di occupazione del sito. 
È probabile che i nostri lontanissimi antenati abbiano conosciuto il fuoco grazie ad incendi provocati da cause naturali, per esempio in seguito alla caduta di un fulmine o all’eruzione di un vulcano. Magari inizialmente si servirono della fiamma sprigionata dalla mano della natura e impararono a conservarla per un certo periodo, senza però essere in grado di provocarla manualmente. Si può pensare che poi, in un secondo tempo, abbiano acceso i primi fuochi tramite sfregamento. Una tecnica usata ancora oggi dai Boscimani dell’Africa meridionale, i quali usano dei bastoncini di legno ed erba secca.
Alla luce dei reperti, l’Homo erectus era ancora lontano dalle tecniche di accensione più evolute del Neolitico basate sull’uso di pietra focaia, particelle di pirite e funghi. Utensili trovati presso la mummia di Ötzi. L’uomo dei ghiacci portava con sé un contenitore fatto di corteccia di betulla in cui custodiva braci di carbone di legna e nella sua borsa di pelle strappata si trovò una massa scura, resti di Fomes fomentarius, un fungo usato per l’accensione del fuoco. Questa tradizione dell’uso della pietra focaia è testimoniata, in Europa, da centinaia di reperti che, partendo da 32.000 anni fa (grotta di Vogelherd in Germania), continuano a costellare il Mesolitico e il Neolitico.
 

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